RIPENSARE L’EUROPA

Ripensare il progetto europeo è il tema che ha dominato la plenaria di chiusura del Congresso CCRE 2016 a Nicosia. I partecipanti alla tavola rotonda hanno suggerito una nuova pratica della politica locale ed europea per rinvigorire l’idea di Europa. Nelle sue osservazioni conclusive, il Vice Sindaco del Comune di Nicosia Eleni Loucaidou ha chiesto ai numerosi amministratori locali presenti in sala di proteggere “il nostro modo di vita che è in pericolo, di unire le forze per costruire concretamente la solidarietà”.
Il segretario generale del CCRE, Frédéric Vallier, ha presentato il progetto di CCRE per preparare un “Libro blu” con città e regioni contenente suggerimenti per rinforzare una Unione europea in grado di affrontare le sfide attuali, tra cui radicalismo, disoccupazione, problemi ambientali o parità di genere, solo per citarne alcuni. “Nel 1945 nessuno avrebbe creduto che il progetto europeo si sarebbe avverato: non dobbiamo sottovalutare le capacità degli enti territoriali di rinvigorire l’Europa”.

E’ intervenuto, tra gli altri, Il membro del Parlamento Europeo Jan Olbrycht, che ha invitato i sindaci a partecipare al futuro dell’Europa. Pur riconoscendo che la vicinanza ai cittadini comporta maggiori responsabilità per i governi locali: “ci sono molti sindaci e cittadini che stanno diventando sempre più anti-europei, ma tocca al governo locale ripensare l’Europa, perché tutte le decisioni prese a livello europeo sono attuate a livello locale”. I relatori hanno discusso sfide e problematiche che non si fermano ai confini dell’Europa, ma che varcano continenti e confini. Il sindaco di Johannesburg, Mpho Parchi Tau, ha suggerito che “il governo non è qualcosa che è statico: ha bisogno di adattarsi alle condizioni mutevoli, e perciò guai a pensare che abbiamo imparato l’arte di governo”. Ha continuato evidenziando che “le autorità locali devono andare al di là della geopolitica e sviluppare le loro capacità per trovare soluzioni ai problemi comuni”.

Il vice-presidente della Rete delle associazioni di enti locali del Sud-Est Europa (NALAS), Darko Fras, ha sottolineato come nella fase di crisi in seguito alla disgregazione dell’Unione Sovietica, “l’atteggiamento degli Stati è stato quello di chiudere e di centralizzare”. Nonostante il fatto che nel Sud Est Europa, la maggior parte delle sfide sono amplificate, con un calo della qualità del governo e un deterioramento della fiducia pubblica, “i cittadini non hanno perso la speranza” e “un’unione federale può salvare l’Europa”.