IN VISTA DEL CONGRESSO REGIONALE DI VENERDI’ 11 FEBBRAIO 2011 L’ATTIVITÀ SVOLTA DALL’AICCRE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA NELL’ULTIMO QUINQUENNIO (DAL CONGRESSO DEL 2006 AD OGGI) E BREVI CENNI SULLA REALTÀ REGIONALE
Relazione di Lodovico Nevio Puntin Segretario regionale AICCRE Friuli Venezia Giulia
La Sezione regionale AICCRE del Friuli Venezia Giulia è stata costituta all’inizio degli anni ’80, ed ha la sede in Udine, Piazza XX Settembre n. 2.
Primo Presidente della Sezione regionale Friuli Venezia Giulia dell’AICCRE è stato Paolo Braida, al quale sono subentrati: Pierino Donada, Alessandra Guerra e Lodovico Nevio Puntin. Attualmente è Presidente Antonio Martini, già Presidente del Consiglio regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Segretario Generale Regionale è Lodovico Nevio Puntin, già Sindaco di Aquileia.
Attualmente sono n. 128 i soci titolari (Regione, Province, Comuni e Comunità montane) e n. 26 soci individuali. Gina Fasan, già Sindaco di Sacile, è vice presidente AICCRE nazionale.
Le attività principali dell’AICCRE Friuli Venezia Giulia realizzate negli ultimi anni riguardano:
- assistenza ai Comuni nelle attività di gemellaggio, in particolare per le azioni di rinsaldamento per i Comuni del Friuli VG che da decenni hanno rapporti di scambio e gemellaggio con Comuni e città dell’Europa occidentale ma, soprattutto nell’ultimo periodo, a supporto dei Comuni che hanno stabilito gemellaggi con città e Comuni del centro ed est Europa. L’AICCRE FVG ha assistito decine e decine di azioni concrete in piena sintonia con i Comuni interessati. Da questa azione ci sono state anche nuove adesioni di Comuni del Friuli VG all’AICCRE;
- azioni di sostegno allo sviluppo della politica di allargamento dell’UE e di potenziamento del processo di integrazione politica e di coesione territoriale, economica e sociale dei paesi dell’UE in particolare del centro ed est Europa, entrati nell’UE il 1^ maggio 2004 (in particolare con iniziative realizzate in Slovenia). In particolare sono state realizzate iniziative con città dei paesi dell’ex Yugoslavia (Sarajevo – Bosnia Herzegovina – sulla cooperazione decentrata, a Capodistria – Slovenia – sui temi di Agenda 21 locale, con Subotica – Serbia – sui temi ambientali);
- azioni di sostegno nel partenariato per la fruizione di progetti europei (da Programmi Interreg 2000-2006 agli Obiettivi 2007-2013);
- seminari e convegni nelle realtà scolastiche della Regione (Istituto Gortani a Tolmezzo, Istituto Magrini a Gemona del Friuli, Liceo europeo Uccellis a Udine, Istituto Deganutti a Udine, Liceo Stellini a Udine, Scuola professionale a San Giovanni al Natisone, Istituto Einstein e Malignani a Cervignano del Friuli, Istituto Mattei a Palmanva e Scuola Omnicomprensiva Ai Campi Elisi di Trieste). Studenti dell’Istituto Deganutti e del Liceo Stellini sono stati appoggiati nei viaggi studio alle istituzioni europee (Strasburgo e Bruxelles: sedi del Parlamento, del Comitato delle Regioni e della Regione Friuli V. G.);
- organizzazione con enti locali e scuole di seminari, convegni ed eventi di approfondimento sui temi sopra citati e su quelli relativi all’Euroregione, al GECT – Gruppo europeo di cooperazione territoriale, alle istituzioni comunitarie, ai Trattati UE compreso la fase – poi abortita – della Convenzione per un trattato di costituzione europea. La Federazione regionale dell’AICCRE ha provveduto a stampare apprezzate pubblicazioni sull’Euroregione (autore Angelo Viscovich – dirigente regionale dell’AICCRE) e sui Trattati per la costituzione europea. Notevole il lavoro sul testo coordinato dei lavori della Convenzione riguardanti la costituzione europea. Tutte le attività sono stato oggetto di disseminazione dei risultati tramite il sito www.anci.fvg.it – Sezione AICCRE e la rivista Il Nuovo Comune, in forma di collaborazione confederale con l’ANCI del Friuli VG;
- sostegno alla mostra presso la Chiesa di San Francesco ed al convegno svoltosi nel castello di Udine su Alcide De Gasperi, organizzata in Udine dalla Fondazione De Gasperi e dalla Fondazione CRUP con il patrocinio del Comune di Udine, della Provincia di Udine e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (tra i relatori il Ministro degli esteri Frattini);
- assistenza a laureandi del Friuli Venezia Giulia con tesi di laurea sui gemellaggi e sulla cooperazione transfrontaliera Italia – Slovenia e Italia – Austria. Sono state pubblicate 4 tesi di laurea sui temi dei gemellaggi e degli scambi dei comuni della regione Friuli VG;
- si è intensificata la collaborazione con associazioni europeiste del Friuli Venezia Giulia (Casa per l’Europa di Gemona del Friuli, Accademia europea di Gorizia, IRES di Pordenone, il MFE di Udine, l’AFE di Udine) attraverso l’organizzazione di eventi condivisi;
- negli anni 2006, 2007 e 2008 si è registrata una intensa collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che è socia dell’AICCRE: nelle attività di cooperazione transfrontaliera ed internazionali (tra le quali le relazioni con gli emigranti, tramite Ente Friuli nel Mondo) e organizzando viaggi studio di circa 150 amministratori locali nelle Euroregioni Basiliensis (Basilea), Pamina (Francia) e Euregio (Olanda), mentre nell’anno 2009 ha avuto notevole successo la collaborazione con il presidente Tondo sull’azione di sensibilizzazione e mobilitazione delle associazioni di volontariato sui problemi della TRATTA di persone e, negli anni 2010 e 2011 con le Prefetture della Regione (problematiche dei rimpatri di migranti tramite il progetto NIRVA);
- le ultime iniziative hanno riguardato l’organizzazione di seminari di approfondimenti sui temi dei beni pubblici, in aree particolarmente delicate: il Carso (Dolina – Bagnoli della Rosandra) e la Laguna di Marano Lagunare. Importante la collaborazione con il coordinamento regionale delle vicinie e delle magnifiche comunità che da secoli tramandano diritti sull’uso dei territori.
Indicazioni per l’anno 2011.
Anche per l’anno 2011 si prevede il protrarsi di una difficoltà, rispetto all’ammontare delle risorse finanziarie disponibili all’inizio dell’ultimo quinquennio. Tuttavia la legge finanziaria regionale 22/2010 prevede un contributo straordinario di € 5.000,00 per le attività di AICCRE FVG e viene riconfermato, per l’anno 2011, il contributo alle associazioni autonomistiche ex LR 22/1976.
Durante l’anno 2010 è stato comunicato all’INce di Trieste, da parte dell’autorità di gestione dell’Obiettivo comunitario Italia – Slovenia 2007-2013, che il progetto INTERCIS, di cui anche AICCRE ha lavorato tra i partner italiani e sloveni, non ha avuto il finanziamento.
Pertanto l’AICCRE nell’anno 2011 potrà fornire la propria collaborazione qualora i futuri bandi per piccoli progetti europei (Italia – Austria, Italia – Slovenia o altri) prevedessero l’interesse da parte di soggetti istituzionali, associativi od economici al coinvolgimento di AICCRE FVG. Così come si conferma il valore del protocollo di collaborazione tra l’AICCRE Emilia Romagna e la Federazione del Friuli Venezia Giulia, sostenendo ed implementando la collaborazione già avviata con l’area dei Comuni del Delta Del Po della provincia di Ferrara.
Identica posizione verrà riservata a progetti per bandi nazionali/europei, anche o senza l’intervento di AICCRE nazionale, quali ad esempio il coinvolgimento di AICCRE FVG nei progetti NIRVA per il rimpatrio volontario dei rifugiati o il monitoraggio e l’integrazione dei rifugiati. Durante l’anno 2011 si prevede il supporto a progetti in partenariato anche nel campo della formazione, dello sviluppo economico (turismo ecc.), della crescita culturale e dell’attenzione alle problematiche di comunicazione istituzionale (anche mediatica), infrastrutturale e ambientale.
L’AICCRE, coerentemente alla politica di allargamento e di integrazione perseguita dalle forze federaliste, è impegnata a proseguire nell’azione delineata dal progetto intuito negli anni ’50.
Nell’ambito di una politica di pace e di corretto sviluppo economico l’AICCRE proseguirà nel sostegno ad ogni iniziativa finalizzata a completare il processo di allargamento a partire dalla Croazia, Serbia, Bosnia, Montenegro e Turchia, anche tenendo conto dello “spirito di Trieste” (concerto con Riccardo Muti nel luglio 2010 in Piazza Unità d’Italia Trieste presenti i tre Presidenti della Repubblica di Italia, Slovenia e Croazia); spirito di Trieste ricordato dal Presidente Napolitano e dal Presidente sloveno Turk proprio durante l’incontro svoltosi a Roma, presenti i sindaci Bolzonello, Di Piazza, Honsell e Romoli, nonché del presidente Tondo il giorno 17 gennaio 2011.
Sul tema della cooperazione territoriale, per rendere il sistema dell’area slovena, carinziana e friulana più attrattiva e competitiva e per non essere emarginati dai grandi flussi dei sistemi economici e culturali europei, l’AICCRE parteciperà – se di interesse e nelle forme possibili – alle iniziative promosse dai soggetti attuatori dei progetti Interreg IV Italia – Austria 2007-2013, a partire dalle iniziative poste in essere dal progetto Bench PA (ForSer LP e ANCI FVG e Università di Padova Giorgio Lago, dell’Università di Udine e Fachhochschule di Villacco partner).
Allargamento. La Federazione regionale dell’AICCRE del Friuli Venezia Giulia intende tra l’altro perseguire concrete innovative iniziative sui seguenti temi: 1) iniziative comuni di approfondimento e confronto con le realtà delle autonomie locali e loro associazioni rappresentanti dei nuovi Stati membri (Austria, Slovenia, Ungheria, Romania, Cechia …), soprattutto in rapporto all’auspicabile comune gestione o sostegno in partenariato di progetti rientranti nell’Obiettivo 3 – cooperazione territoriale, sviluppando tra l’altro occasioni seminariali sui problemi di armonizzazione in primis legislativa; 2) candidandosi, in partenariato con enti locali, associazioni di autonomie locali, Associazioni di volontariato italiane e slovene alla realizzazione di idee progettuali e alla partecipazione ai Bandi, soffermando il proprio interesse nei vari assi previsti dagli strumenti europei (Assi dell’ambiente e sviluppo sostenibile, della cultura e del turismo, dell’integrazione sociale e delle infrastrutture); 3) ricercando occasioni di cooperazione transfrontaliera e transnazionale a favore degli enti locali e loro associazioni rappresentative appartenenti ai paesi dei Balcani, in fase di pre-adesione all’UE (Croazia, Bosnia H., Serbia, Montenegro), nell’ambito di quanto rappresentato ai precedenti punti.
Su questi argomenti l’AICCRE intende promuovere occasioni di discussione tra gli amministratori locali del Friuli Venezia Giulia e di confronto con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, chiamata a compiere scelte precise nel tavolo nazionale.
Fondi strutturali 2007-2013. Come precisato più sopra verrà usata la dovuta attenzione, da parte dell’AICCRE, d’intesa e con la regia della Direzione Centrale per le Relazioni Internazionali, nell’organizzare Convegni decentrati nel territorio regionale finalizzati alla informazione e formazione sulle novità rappresentate dai Programmi Operativi dei Fondi strutturali FERS e le conseguenti opportunità progettuali da attivare, in particolare in partenariato con i Paesi confinanti o nell’area centro orientale e del Mediterraneo.
In considerazione dell’attuazione della L. R. 1/2006 – di riforma del sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia – l’AICCRE stimolerà i propri soci a prendere in considerazione l’opportunità di “associarsi” per aprire uno Sportello Europa in forma associata, puntando così ad ottenere risorse finanziarie aggiuntive dalla Regione in vista della competizione ai Bandi europei.
Il Congresso regionale e l’Assemblea nazionale. Innanzitutto la Federazione regionale dell’AICCRE, in adempimento alle norme statutarie, celebra il Congresso regionale, nella giornata odierna, e parteciperà, come da Regolamento approvato dal Consiglio nazionale e divulgato alla platea di oltre 3000 amministratori locali del FVG, ai lavori dell’Assemblea nazionale già fissata a Roma nei giorni 3,4,5 marzo 2011. E’ previsto un forte rinnovamento degli organi dirigenti, a partire dalla Presidenza.
Le linee del dibattito congressuale, regionale e nazionale, tengono conto del seguente Documento preparato dagli organi dell’AICCRE, denominato: Il sistema dei poteri locali e regionali – per una Unione europea federale (per un assetto planetario capace di perseguire la pace per il governo dei processi globali e delle loro ricadute sulle comunità locali).
“Sono trascorsi sessanta anni dalla costituzione del Consiglio dei Comuni d’Europa/CCE (Ginevra, 28-30 gennaio 1951) e cinquantanove dalla costituzione della relativa Sezione Italiana, l’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d’Europa/AICCE (Roma, 26-27 gennaio 1952).
Entrambi, CCE e AICCE, furono costituiti per “sviluppare lo spirito europeo nei Comuni e nelle Collettività locali per promuovere una Federazione di Stati europei basata sull’autonomia di dette Collettività” e “assicurare la partecipazione e la rappresentanza dei Comuni e delle Collettività locali negli organismi europei e internazionali” (dallo Statuto del CCE).
Dopo la Dichiarazione federalista di Robert Schuman (9 maggio 1950), il CCE iniziò, ancor prima della firma del Trattato istitutivo della prima Comunità europea, quella del Carbone e dell’Acciaio/CECA (Parigi, 18 aprile 1951), la sua battaglia per la costruzione della Federazione europea, della quale anche il sistema dei poteri locali fosse pilastro.
A distanza di tanti decenni dall’inizio della costruzione di una Unione europea, giunta a contare 27 Stati nazionali europei e destinata a crescere con riferimento agli Stati balcanici e a altri Stati, che non ha eguali come realtà istituzionale capace di concorrere al governo dei processi che interessano in maniera interdipendente le diverse aree geografiche ed economiche del pianeta Terra, dobbiamo domandarci in quale maniera il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CCRE) e l’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (AICCRE) possano ancora concorrere al completamento della costruzione di un soggetto sopranazionale europeo su basi federali. L’intero pianeta Terra è stato (ed è tuttora) scosso da una crisi finanziaria, trasformatasi in crisi economica e sociale, che sta evidenziando la non adeguatezza degli assetti istituzionali nazionali, consolidatisi dopo la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989), a governare ineluttabili processi globali che sconvolgono le strutture finanziarie, economiche, sociali e ambientali a quegli assetti riferite.
La determinazione che segnò il processo di costruzione europea su basi federali, già durante la seconda guerra mondiale (Luigi Einaudi, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, ancor prima di Robert Schuman, Jean Monnet, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Paul Henri Spaak, costituiscono i riferimenti culturali, politici e morali della costruzione europea), e che dette luogo al fermento di iniziative per la costruzione della Federazione europea dal quale, anche, nacquero il CCRE e l’AICCRE, deve essere oggi riaffermata al fine di concorrere a fronteggiare i processi che, in maniera sempre più interdipendente e con velocità crescente, interessano l’intero pianeta.
Detti processi, in mancanza di istituzioni sopranazionali capaci di governarli, sconvolgono l’assetto planetario e accrescono gli squilibri sociali: da quelli concernenti la finanza e la moneta alla loro ricaduta sull’economia e sull’assetto sociale, dalla crescita della popolazione mondiale alla disperata migrazione delle parti più deboli di essa, dal consumo eccessivo delle risorse naturali non rinnovabili alla compromissione irreversibile dell’ambiente, dal miglioramento delle condizioni di benessere di una parte minoritaria della popolazione del pianeta al precipitare in condizioni di crescente povertà, fame e malattia di un’altra parte notevole di detta popolazione.
Il pianeta è cosparso di episodi di guerra che si manifestano soprattutto nelle aree geografiche più povere. L’ONU, anche a causa della sua caratteristica di organizzazione internazionale ma non dotata di organi sopranazionali capaci di governare i processi mondiali, è incapace di costruire e sviluppare durature condizioni di pace. L’Unione europea dovrebbe assumere l’iniziativa politica per configurare l’ONU come soggetto sopranazionale capace di governare i processi planetari (la fame, le malattie, i conflitti armati nelle regioni più povere del mondo, il prelievo delle risorse naturali, in particolare quelle energetiche, l’ambiente, attraverso una propria rappresentanza unitaria nel Consiglio di Sicurezza, in sostituzione della presenza di diversi Stati europei in rappresentanza di se stessi.
Gli Stati nazionali europei caratterizzati dal principio della sovranità assoluta sono stati all’origine di guerre coloniali e delle due devastanti guerre mondiali dello scorso secolo.
L’Europa intergovernativa del Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea (Roma, 25 marzo 1957), che ha attenuato il carattere di sopranazionalità della CECA, e dell’Atto Unico di Lussemburgo/L’Aia (17-28 febbraio 1986) ha stabilizzato la pace tra gli Stati nazionali europei anche attraverso la libera circolazione delle merci, dei capitali, delle persone e dei servizi. Essa, divenuta Unione (Trattato di Maastricht, 7 febbraio 1992), accresciutasi quantitativamente fino agli attuali 27 Stati e sviluppatasi sia istituzionalmente sia con il trasferimento di competenze dagli Stati nazionali fino al Trattato di Lisbona (entrato in vigore il 1. dicembre 2009, insieme alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), costituisce un importante soggetto che, insieme ad altri, antichi e di recente crescente importanza nello scenario mondiale, potrebbe concorrere alla costruzione di un sistema planetario capace di affrontare e risolvere le controversie internazionali con metodi pacifici. Peraltro, la nascita dell’€uro (in circolazione dal 1. gennaio 2002: attualmente sono 17 gli Stati dell’Unione che fanno parte dell’€uro zone) ha costituito un primo pilastro di un edificio monetario – economico – finanziario che può concorrere al rafforzamento di politiche interne di stabilità, sviluppo e coesione economica, sociale e territoriale, da una parte; dall’altra, ad accentuare il ruolo pacifico planetario dell’Unione. Tuttavia, esso non potrà essere costruito in assenza di volontà politica degli Stati dell’Unione.
La persistenza della caratteristica intergovernativa dell’attuale Unione europea non consente ad essa di operare sullo scenario mondiale con la necessaria autorevolezza e accresciuta capacità di incidere sul governo dei processi planetari che le deriverebbero da un assetto federale.
Necessita un Governo sopranazionale, federale, della Unione europea che risponda ad un Parlamento eletto a suffragio universale e diretto e a un Senato degli Stati anche rappresentativo dei poteri locali e regionali.
Occorre una Costituzione della Unione europea che fissi in maniera inequivocabile i principi e i valori della tradizione culturale dell’occidente, a partire dal rispetto della persona umana, e l’architettura istituzionale basata sui principi della rappresentanza democratica dei cittadini e dei soggetti istituzionali che dovranno caratterizzarla anche a seguito dell’ingresso di nuovi Stati.
Di fronte allo scenario sin qui tratteggiato, di grande rilievo può ancora risultare il ruolo dei poteri locali e regionali, organizzati nel CCRE e nelle Sezioni nazionali degli Stati della Unione europea.
Essi, durante i sessanta anni che corrono dalla Dichiarazione Schuman, hanno operato, attraverso i gemellaggi tra poteri locali e regionali degli Stati europei (anche di quelli ancora non facenti parte delle Comunità e, infine, dell’Unione), per abbattere le incomprensioni tra i cittadini di diverse nazionalità e sviluppare la consapevolezza di una cittadinanza europea tra i cittadini europei, nel rispetto delle caratteristiche identitarie di ciascuno; hanno concorso alla costituzione, nell’ambito del Consiglio d’Europa, del Congresso dei poteri locali e regionali, aperto anche a Paesi esterni alla Unione europea; hanno concorso ad un assetto più democratico, seppure ancora insufficiente, della Unione europea attraverso l’elezione a suffragio universale e diretto del Parlamento europeo e la istituzione del Comitato delle Regioni; hanno sostenuto il principio di sussidiarietà, recepito fin dal Trattato di Maastricht; hanno contribuito alla formulazione di politiche di coesione economica, sociale e territoriale proponendo e sostenendo la creazione di strumenti finanziari per la loro attuazione (in primo luogo il Fondo Sociale Europeo/FSE e il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale/FEDER) direttamente gestiti dai poteri locali e regionali; sono stati attori nella formulazione e nella conduzione della politica mediterranea dell’Unione europea.
I vantaggi conseguiti alle comunità locali dal processo di costruzione europea si misurano anche dalla quantità di risorse economiche che la Unione europea, nonostante un bilancio derivante esclusivamente dalle scarse risorse trasferite dagli Stati nazionali, ha destinato per l’attuazione di politiche comuni (a partire da quella agricola) e di coesione.
Tuttavia, le comunità locali sopportano anche le conseguenze di processi (finanziari, monetari, economici) che avvengono su scala mondiale e che non possono essere governati a causa della inadeguatezza degli istituti internazionali (FMI, BM), nei quali gli Stati europei sono presenti singolarmente, e della impossibilità di incidere su di essi da parte dell’Unione europea a causa del suo assetto intergovernativo e non sopranazionale.
Le criticità sociali e occupazionali che, in conseguenza di detti processi, investono i singoli Stati nazionali e, drammaticamente, si manifestano nelle realtà locali, vengono fronteggiate con misure nazionali inadeguate rispetto alla loro origine e dimensione globale. Tra le criticità più inquietanti vi è quella derivante dalla imponenza dei fenomeni migratori verso i Paesi europei. Essa rischia di mettere in discussione, nelle comunità locali, principi fondamentali quali il rispetto per la persona umana e dei diritti stabiliti nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite (Parigi, 10 dicembre 1948) e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. L’assenza di un Governo autenticamente europeo (cioè, sopranazionale) non consente la elaborazione e l’attuazione di politiche comuni capaci di fronteggiare dette criticità.
Ad esse si aggiungono, tra le altre, le problematiche dell’energia e dell’ambiente. Esse continuano ad essere affrontate singolarmente dagli Stati nazionali europei nonostante essi, nelle sedi internazionali (ad esempio, in occasione della XV Conferenza ONU sul clima, Copenhagen, 7-18 dicembre 2009), non possano fare altro che constatare la loro impotenza di fronte alle posizioni dei grandi Stati mondiali. Anche per quanto attiene a tali problematiche, le conseguenze (localizzazioni di nuovi impianti, sconvolgimenti ambientali, si manifestano concretamente nelle realtà locali senza possibilità alcuna di intervento delle Regioni e dei poteri locali.
Di fronte a tali situazioni, il sistema dei poteri locali e regionali deve assumere iniziative per completare, a partire dai risultati conseguiti con il Trattato di Lisbona, la costruzione di una Unione europea su basi federali, al fine della costituzione di un Governo sopranazionale europeo capace di concorrere al governo dei processi che, in maniera sempre più interdipendente, investono l’intero pianeta.
Dalle autonome comunità a misura d’uomo agli Stati uniti d’Europa: l’antico motto all’insegna del quale sono state combattute dal CCRE e dall’AICCRE importanti battaglie, alcune delle quali coronate da successo, può nuovamente essere assunto come riferimento per una rinnovata battaglia riferita contestualmente alle problematiche europee e a quelle nazionali.
Circa queste ultime, la questione del federalismo nazionale deve essere affrontata organicamente con riferimento sia al Senato delle Regioni sia al riordino del sistema dei poteri locali e regionali e al ruolo del Consiglio delle Autonomie locali previsto in ogni Regione dall’articolo 123 della Costituzione della Repubblica, seppure quale semplice organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali, per la istituzione del quale l’AICCRE si è per anni battuta.
In un sistema federale bicamerale, oltre ad un ramo del Parlamento federale direttamente eletto dai cittadini, deve figurare l’altro ramo rappresentativo dei soggetti istituzionali territoriali, in primo luogo delle Regioni. Qualsiasi altra risposta alla esigenza di una rappresentanza territoriale darebbe luogo ad una situazione analoga all’attuale, con duplicazione inutile (anzi, dannosa per il funzionamento dell’intero sistema istituzionale) delle funzioni dei due rami del Parlamento. Le rappresentanze istituzionali delle Regioni nel Senato federale sarebbero rafforzate da una rivalutazione del Consiglio delle Autonomie locali.
Per altro verso, il sistema dei poteri locali e regionali deve basarsi sulle comunità di base (i Comuni), su un ente intermedio unico e sulle Regioni, all’insegna dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. La semplificazione dell’assetto istituzionale, al fine di perseguire gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa, è fondamentale anche per tradurre correttamente i principi del federalismo fiscale contenuti nell’articolo 119 della Costituzione repubblicana, con particolare attenzione alle esigenze di solidarietà implicite nella previsione del “fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”. Infine, sono recenti le decisioni della Unione europea concernenti la disciplina finanziaria degli Stati nazionali, alle quali seguiranno necessarie determinazioni nazionali (con ricadute rilevanti sulle finanze locali e regionali e, quindi, sulla quantità e qualità dei servizi ai cittadini di competenza delle Regioni e degli enti locali).
L’AICCRE continuerà a sviluppare la propria azione politica perchè i Comuni, le Province, le Regioni e gli altri soggetti rappresentativi delle comunità locali, in maniera sempre più consapevole, perseverino nell’azione, iniziata sessanta anni or sono con il CCE, per costruire un organico sistema federale ai livelli europeo, nazionale e regionale, rilanciandola sulla base delle conquiste acquisite, alla luce delle situazioni nuove che stanno caratterizzando l’epoca nella quale viviamo.
L’AICCRE auspica di condurre detta azione in un rinnovato rapporto di collaborazione con le altre associazioni dei poteri locali e regionali, ANCI, UPI, Legautonomie, UNCEM. Tale rinnovato rapporto è necessario per affrontare unitariamente e contestualmente il non rinviabile riordino del sistema delle autonomie locali e regionali e, quindi, concorrere, insieme al Parlamento nazionale, alla proposta del Senato delle Regioni e delle autonomie locali in sostituzione dell’attuale Senato della Repubblica, da una parte; dall’altra, alla proposta del Senato degli Stati nazionali in sostituzione dell’attuale Consiglio Europeo, al fine di configurare un assetto istituzionale dell’Unione europea di tipo federale. AICCRE, ANCI, UPI, Legautonomie e UNCEM, sulla base di detti obbiettivi politici comuni, dovranno migliorare e potenziare la collaborazione in maniera da evitare ridondanze e semplificare la rappresentanza delle associazioni dei poteri locali e regionali, ai diversi livelli operativi, e renderla più incisiva nel riguardi dei soggetti istituzionali provinciali, regionali, nazionali ed europei con i quali è necessario e opportuno interloquire, tra l’altro, per adeguare, dal punto di vista normativo e strumentale, alle mutate esigenze di una società in rapida trasformazione, l’ordinamento amministrativo regionale, nazionale ed europeo.
In questo spirito, l’AICCRE, in collaborazione con le altre Associazioni, intensificherà le relazioni con le Regioni e gli enti locali per facilitare l’accesso alle risorse dei fondi finanziari dell’Unione europea e accrescerà il supporto agli enti locali per potenziare la rete di gemellaggi che continuano a costituire un importante strumento per radicare la costruzione europea nella cultura dei cittadini e facilitare la consapevolezza della opportunità di una comune cittadinanza europea.
L’AICCRE, altresì, conferma l’esigenza di uno stretto rapporto con le organizzazioni federaliste, MFE, CIME, AEDE, CIFE, necessario per rendere più efficace e sinergica l’azione per la costruzione di una Unione europea su basi federali che ciascuno di detti soggetti esercita nel proprio ambito. Le considerazioni e gli intendimenti sopra manifestati costituiscono gli indirizzi dell’azione che l’AICCRE svilupperà anche negli organi del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e della organizzazione internazionale Città e Governi Locali Uniti/CGLU, nel convincimento della necessità di accrescere l’impegno per la costruzione di una Unione europea caratterizzata da una dimensione federale e dalla partecipazione istituzionale dei poteri regionali e locali alla formulazione delle politiche e alla loro traduzione operativa. “””
Proposte attività anno 2011, e seguenti, AICCRE Friuli Venezia Giulia. Il Consiglio Direttivo dell’AICCRE del Friuli Venezia Giulia, nella seduta del 24.01.2011, ha individuato gli argomenti al centro del Programma di attività per l’anno 2011 (nell’ambito delle tematiche peraltro fissate con delibera della Giunta regionale della fine dell’anno 2010).
Alcune iniziative saranno oggetto di concertazione con il Programma di attività nazionale dell’AICCRE ed in tal senso verrà chiesto un contributo alla Direzione nazionale AICCRE nell’ambito dei progetti decentrati alle Federazioni regionali:
1) Partecipazione alle iniziative di Formazione nazionale dell’AICCRE e alle iniziative per il superamento delle discriminazioni tra i generi ;
2) Iniziative di informazione sulle modifiche introdotte al nuovo Trattato di Lisbona del dicembre 2007(norme salva paesi: Grecia e Irlanda);
3) Iniziative per nuove adesioni all’AICCRE;
4) 9 Maggio – festa europea – (Convenzioni e/o accordi con le Scuole della Regione);
5) Tesi di laurea. Rinnovo collaborazione nella ricerca di informazioni sui gemellaggi e sull’Euroregione.
6) Sui vari temi: Integrazione europea; allargamento (Balcani-Turchia); Euroregione e GECT, Fondi strutturali 2007–2013. Organizzazione SEMINARI, Convegni sui beni comuni ecc.;
7) Gemellaggi: assistenza e collaborazione alle iniziative dei vari Comuni;
8) Informazione – comunicazione: Rivista “Il Nuovo Comune” / TV private;
9) Collaborazione con Associazioni europeiste e culturali: MFE, Casa per l’Europa di Gemona, IRSE, Circolo Ermes di Colloredo, Associazione di studenti ecc.;
10) Collaborazione con Associazioni autonomie locali: ANCI-UPI-UNCEM – Federsanità ANCI – ANCREL. Si punta a costituire la Confederazione delle Associazioni delle Autonomie locali, rafforzando la cooperazione nell’ambito dei media e puntando ad acquisire la “casa comune delle autonomie locali” attraverso la Regione FVG (una storica occasione potrebbe essere la fruizione di parte degli spazi dell’ex caserma DUODO, già sede del Distretto militare di Udine, che prossimamente sarà donata dallo Stato alla Regione e dalla Regione al Comune, oppure la sede della Regione in via Sabbadini a Udine, o il riuso del palazzetto veneziano di Piazza XX settembre, una volta ristrutturato);
11) Collaborazione con Associazioni enti locali dell’Austria (Carinzia ecc.) e di Slovenia e con Comuni dei paesi del centro Europa e dei Balcani:
12) Adesione e Partecipazione ad iniziative di partenariato (Progetti di cooperazione territoriale e nuove iniziative europee di cooperazione transfrontaliera e transnazionale) promosse da enti locali e/o da Associazioni delle autonomie locali e/o da imprese pubbliche o private, e/o da Associazioni.
La Federazione regionale dell’AICCRE si ripromette, inoltre, di proseguire le iniziative di supporto ai programmi dei Comuni, delle Province, della Regione Friuli Venezia Giulia, delle Scuole, anche in vista di acquisizione di nuovi soci istituzionali, concorrendo alla campagna di adesioni promossa dall’AICCRE nazionale per l’anno 2011.
Obiettivi generali. L’Associazione europea dei Comuni, delle Province, delle Regioni e delle altre comunità locali – AICCRE/Federazione regionale del FVG – si pone in particolare l’obiettivo di proseguire, nell’anno 2011 e seguenti, il lavoro di stimolo e sensibilizzazione degli amministratori degli Enti locali e dei cittadini verso gli storici appuntamenti in agenda per l’allargamento dell’Unione Europea ai paesi dell’adriatico orientale (Balcani: Croazia, Bosnia Herzegovina, Serbia-Montenegro), per lo sviluppo sociale nel quadro del processo di integrazione politica dell’U.E. e per lo sviluppo della coesione territoriale di questa area, cuore dell’Europa.
A tal fine si provvederà ad organizzare iniziative autonome e concertate con gli Amministratori dei Comuni e delle Province, soprattutto ponendo in essere azioni specifiche di comunicazione, informazione e formazione mirate ai cittadini in generale.
Anche nel corso del 2011 l’Associazione si ripromette di proseguire nel lavoro mirato a consolidare ulteriormente la propria presenza nella Regione FVG, attraverso l’incremento di soci istituzionali ai quali si destina gran parte dei servizi e supporto, soprattutto nelle procedure per la realizzazione di nuovi gemellaggi, o il consolidamento di quelli esistenti, nonché nell’acquisizione delle tempestive informazioni sugli strumenti di finanza agevolata, dei fondi strutturali e delle varie iniziative comunitarie.
Attenzione particolare verrà riservata verso iniziative autonome o in partecipazione con L’Aiccre nazionale ed enti locali, istituzioni e/o imprese o associazioni culturali (anche della Slovenia, Carinzia e/o altre realtà dell’est e dell’adriatico orientale) per la promozione e gestione di azioni e progetti rientranti negli obiettivi e nelle iniziative comunitarie in partenariato con soggetti italiani e/o dei paesi stranieri ammessi alle iniziative comunitarie (settore sviluppo sostenibile- Agenda 21 locale, ambiente – rifiuti – acque – energia, turismo, cultura, formazione, armonizzazione dei sistemi, formazione ecc.).
Anche a tal fine saranno presentate le domande di contributo alla Fondazione CRUP ed alla Regione ai sensi delle L. R. 6/1989 (funzionamento e attività).
Tali azioni rientrano nelle finalità statutarie. Inoltre sarà seguito il settore della formazione, dell’ambiente, di Agenda locale 21, delle fiere e/o eventi riguardanti l’innovazione del sistema delle Autonomie locali ed eventi in Austria, Slovenia e paesi dei Balcani nell’ambito dei nuovi obiettivo di cooperazione territoriale.
Attività seminariali e convegni. In questo contesto verranno promossi Convegni e Seminari su particolari temi sia per gli amministratori che per le scuole, chiamate a formare i cittadini europei. Il tema di tali incontri sarà in primo luogo la riforma dello Statuto regionale della Regione autonoma, l’Euroregione, i fondi strutturali 2007-2013, l’allargamento, la Costituzione europea, i Gemellaggi.
Verrà curata, assieme al coordinamento regionali delle comunità dei beni pubblici, uno speciale con gli atti dei seminari recentemente organizzati a Marano Lagunare e a Bagnoli della Rosandra nell’ambito della rivista VICINIA.
Sulle prospettive economiche si ritiene di individuare iniziative riguardanti la collaborazione transfrontaliera ed in tal senso l’AICCRE sosterrà direttamente o indirettamente tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali interessati a realizzare progetti di respiro europeo in attuazione dei Regolamenti CE emanati nel luglio 2006.
Verranno intensificate le azioni di contatto, collaborazione e coordinamento con l’Agenzia nazionale per lo sviluppo regionale sloveno di Stanjel, e con la Presidenza della Regione Autonoma FVG Relazioni Internazionali e Comunitarie (anche proponendo, soli od in partenariato con altri soggetti, schede-idee progetti ai fini dell’emissione di bandi). Inoltre nuove iniziative verranno avviate con i Comuni della Carinzia, della Slovenia e della Croazia sempre nell’ambito della cooperazione.
Infrastrutture e funzione internazionale del Friuli Venezia Giulia. Particolare attenzione verrà riservata ai problemi legati alle infrastrutture del Friuli V.G. verso il nord, centro ed est Europa (sistema portuale del nord Adriatico, collegamenti dell’Asse Baltico-Adriatico e collegamento verso Barcellona-Kiev). Inoltre verranno seguiti i Bandi a partire dal progetto paritario sulle pari opportunità e sulle azioni di formazione per gli amministratori pubblici e dipendenti di enti locali. Nel corso del 2011 l’AICCRE intende incrementare le iniziative in collaborazione con le Università di Trieste e di Udine e con quelle confinanti del Veneto, della Carinzia e della Slovenia, con le Associazioni europeiste ed in particolare con il MFE di Udine, con l’AIAB, l’ARCI, l’EARA di Trieste, l’AUSER e con le altre associazioni no profit che si occupano di solidarietà e volontariato, coordinandone alcune con la Casa per l’Europa di Gemona del Friuli.
Proseguirà infine l’attività corrente di contatto con gli enti associati e di informazione tramite iniziative editoriali, avvalendosi della collaborazione dei dipendenti dell’ANCI regionale, confidando che venga data da tutti i soci titolari una crescente attenzione alle attività dell’AICCRE del Friuli Venezia Giulia.
Federalismo fiscale e Fiscalità di vantaggio (o sviluppo). L’AICCRE del Friuli VG presterà particolare attenzione alla fase di attuazione dei Decreti attuativi previsti dalla Legge delega n. 42 del 2009 (Calderoli-Bossi-Tremonti), che fissa al 21 maggio 2011 la scadenza per il completamento dell’iter di oltre mezza dozzina di provvedimenti. I più importanti sono: Decreto sul federalismo municipale, Decreto sui fabbisogni standard, Decreto sulla omogeneizzazione dei bilanci pubblici consolidati, Decreto sul federalismo provinciale, Decreto sul federalismo della sanità – fabbisogni standard, Decreto sul federalismo regionale. Recentemente le Regioni a statuto speciale, in sede di legge di stabilità per l’anno 2011 sono state escluse dalla Legge delega 42/2009 in particolare per i fabbisogni standard. Inoltre il Presidente Tondo ha ritenuto di commissionare all’esperto Luca Antonini uno studio per delineare l’impatto dei predetti Decreti in Friuli Venezia Giulia, il cui recepimento – salvo per rari automatismi di cui però non è dato conoscere argomenti e procedure – dovrebbe passare attraverso il lavoro della Commissione paritetica Stato-Regione per l’adeguamento delle norme di attuazione dello statuto d’autonomia, oggi peraltro inattivo in quanto il Presidente è dimissionario. Infine l’attuazione del federalismo fiscale presuppone la riforma del fisco e, in questo contesto, dovrebbe concretizzarsi, quale opportunità ma anche come ulteriore responsabilità, la fiscalità di vantaggio (o di sviluppo) per il Friuli Venezia Giulia che confina con la Carinzia e con la Slovenia ove, in alcune situazioni, il fisco per le imprese è considerevolmente inferiore a quello italiano. Materia, molto delicata, ma ancora solo annunciata e mai concretamente delineata, su cui l’AICCRE, assieme alle altre associazioni autonomistiche intende assicurare il proprio contributo nel confronto con la Giunta ed il Consiglio regionale.
Rapporti con gli europarlamentari del Friuli Venezia Giulia. Particolarmente importante risulta in questo mandato parlamentare europeo l’elezione dell’on. Deborah Serracchiani e dell’on. Giovanni Collino a membri del Parlamento europeo. Entrambi risiedono nella provincia di Udine e con entrambi l’AICCRE ha contatti ispirati alla proficua collaborazione. Con l’on. Serracchiani il Consiglio Direttivo dell’AICCRE ha avuto modo di confrontarsi presso la sede della Federazione regionale di Udine durante un costruttivo incontro nel corso del quale sono statti affrontati i temi della collocazione del Friuli Venezia Giulia nel cuore dell’Europa e dei temi oggetto dell’impegno diretto della parlamentare nelle Commissioni di lavoro del Parlamento europeo di Bruxelles. Con entrambi l’AICCRE proseguirà il confronto.
Proposta modifica Statuto AICCRE nazionale. Per rafforzare il carattere federalista dell’AICCRE si propone che i delegati del Friuli V.G. che parteciperanno all’Assemblea congressuale nazionale sostengano l’opportunità di adeguare lo Statuto nazionale nel senso di valorizzare le attività delle Federazioni regionali.