Vertice europeo di Bruxelles
Si è aperto il Vertice europeo di Bruxelles che deciderà il futuro dell’Unione europea. Il nostro speciale sulla Costituzione europea.
Cronistoria del Trattato costituzionale europeo
Il 29 ottobre 2004 i capi di Stato e di Governo degli allora 25 Stati Membri dell’Unione europea hanno sottoscritto il Trattato e l’Atto finale che adotta una Costituzione per l’Europa. Ricostruiamo, di seguito, le principali tappe che hanno caratterizzato questo percorso: – Dicembre 2001: durante il Consiglio di Laenken, viene approvata la “dichiarazione di Laenken” che ha istituito la Convenzione incaricata di preparare una bozza di Costituzione europea. La Convenzione ha riunito i rappresentanti di tutti gli stati membri e dei paesi candidati all’adesione e i 16 rappresentanti del parlamento europeo. – Il 28 febbraio 2002: nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles si è tenuta la riunione costitutiva della Conve3nzione; – 20 – 21 giugno 2003: al consiglio europeo di Salonicco Valere Giscard D’Estaing ha presentato formalmente ai capi di stato e di governo il testo delle prime due parti del progetto del Trattato costituzionale elaborato dalla convenzione- Il 18 luglio 2003: viene consegnato all’Italia (presidente di turno dell’Ue), il testo definitivo che dovrà essere discusso dalla CIG (Conferenza intergovernativa)- Il 4 ottobre 2003: i capi di Stato e di Governo hanno adottato la Dichiarazione di Roma durante la Conferenza intergovernativa.- Il 12 e 13 dicembre 2003: i capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles, non hanno raggiunto un accordo sul Trattato Costituzionale – 25 e 26 marzo 2004: durante il vertice europeo i leader dei Pesi dell’Ue, riuniti a Bruxelles si sono impegnati formalmente a ricercare un accordo al fine di dare all’Unione una Costituzione entro giugno dell’anno in corso. – 17 – 18 giugno : durante il vertice europeo, dopo un primo accordo fra i ministri degli esteri dei 25 stati membri, anche capi di Stato e di governo hanno raggiunto un compromesso sui punti controversi del Trattato costituzionale. – 29 ottobre 2004: i leader dei Paesi dell’unione europea hanno sottoscritto il Trattato e l’atto finale che adottano una costituzione per l’Europa.L’entrata in vigore della Costituzione europea è previsto per giugno 2009 in occasione delle elezioni europee. Ciò sarà possibile soltanto se sarà ratificata da tutti gli Stati membri. Per ora i Paesi che l’ hanno formalmente adottata, o con ratifica parlamentare o con referendum consultivo, sono: Lituania, Ungheria, Slovenia, Italia, Spagna, Austria, Grecia, Malta, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Belgio, Estonia, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Germania e Finlandia. Gli altri Stati non hanno ancora avviato l’iter di ratifica ad eccezione di Francia e Paesi Bassi che, rispettivamente il 9 maggio 2005 e il primo giugno 2005, hanno indetto un referendum che ha respinto la proposta di ratifica della Costituzione europea. Dalla bocciatura del trattato Costituzionale da parte della Francia e dei Paesi Bassi, è scaturito un periodo informalmente denominato di “pausa di riflessione”. A dicembre del 2005 il Consiglio europeo ha preso atto di una critica della presidenza britannica che nel suo rapporto constatava che “la pausa” non era accompagnata da nessuna “riflessione” e che nessun Governo aveva promosso consultazioni dei cittadini sull’avvenire dell’Unione. E’ stato il Parlamento europeo, nel gennaio 2006, ad auspicare che la Costituzione europea potesse entrare in vigore nel giugno 2009. In quella risoluzione il Parlamento ha lasciato aperte tutte le possibilità di revisione e cambiamenti del testo costituzionale. Da quel momento molti Stati hanno perseguito l’obiettivo, lanciato dal Parlamento europeo, di avere una costituzione europea per il 2009. E’ il caso della Spagna, del Lussemburgo, dell’Austria, del Portogallo, del Belgio e di alcuni leader politici come Romano Prodi che ha recentemente sostenuto che sulla Costituzione europea “non si accetterà un compromesso al ribasso”. Anche in Francia è sorto un ampio movimento a favore della Costituzione. Di contro, esistono posizioni per le quali la Costituzione europea sarebbe “ morta” ed occorrerebbe “ripartire da zero privilegiando la via di accordi intergovernativi o cooperazioni rafforzate sulle singole politiche”. C’è, poi, la tesi di un’Europa a più o a due velocità con un centro nevralgico più integrato che si sviluppi attorno ai Paesi che aderiscono all’euro o a quelli più grandi o a quelli pionieri dell’Europa. Schede di sintesi del trattato costituzionale europeo sul portale Europa Il ruolo degli enti locali nella Costituzione europea.Alcuni punti del Trattato costituzionale europeo sono tesi a specificare il ruolo dei Poteri locali e regionali. A partire dall’articolo 1-3 che riguarda gli “obiettivi dell’Unione” in cui si legge che la Costituzione europea “ promuove la coesione economica, sociale e territoriale”. Se si considera che le istituzioni locali e regionali sono denominate nel Documento “attori territoriali”, è chiaro constatare che questa nuova accezione prevede che l’Unione europea si interessi costantemente dell’impatto regionale delle sue politiche. In secondo luogo, l’articolo 1-11 enuncia che “l’esercizio delle competenze dell’Unione si fonda sui principi di sussidiarietà e proporzionalità. Sebbene il principio di sussidiarietà imponga all’Unione europea di non agire se gli obiettivi in questione possono essere conseguiti dagli Stati membri “sia a livello centrale che a livello regionale e locale”, l’articolo I-46 (riguardante il principio di democrazia rappresentativa) prevede che “le decisioni siano prese nella maniera il più possibile aperta e vicina al cittadino”. Un concetto ribadito nell’articolo successivo dedicato alla “democrazia partecipativa” in cui al comma 1 si enuncia: “ le istituzioni europee danno ai cittadini, attraverso gli opportuni canali, la possibilità di far conoscere e scambiare le proprie opinioni in tutti i settori dell’Unione”. Un’altra importante novità sancita dalla Costituzione europea è il ruolo delle Comitato delle regioni ( formalmente decretato come un’istituzione dell’Ue) al quale viene data la facoltà di ricorrere alla Corte di giustizia in caso di violazione del principio di sussidiarietà o nel caso in cui i propri diritti legali non sianostati rispettati (Articolo 8 del protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità).La posizione del Parlamento europeo Sostegno al contenuto del Trattato Costituzionale europeo e conservazione di tutti i suoi principi basilari. E’ questa, in sostanza, la posizione del Parlamento europeo resa nota 7 giugno scorso con l’adozione (con 469 voti favorevoli, 141 contrari e 32 astensioni) della relazione dei deputati Enrique BARÓN CRESPO (PSE, Spagna) e Elmar BROK (PPE/DE, Germania). Il documento invita a ultimare il processo di ratifica del nuovo trattato entro la fine del 2008, affinché il prossimo Parlamento, che sarà eletto nel 2009, “inizi il proprio mandato conformemente alle disposizioni del nuovo trattato”. Per il parlamento europeo il trattato Costituzionale costituisce un elemento fondamentale per rafforzare “la dimensione politica dell’ Europa” e per ampliare “l’efficacia del suo operato”. Alla base della decisione degli eurodeputati, alcuni principi fondamentali e imprescindibili contenuti nel Trattato: il primato del diritto europeo; la nuova tipologia di atti e procedure; la gerarchia delle norme e la personalità giuridica dell’Unione; il consolidamento dei trattati esistenti; il chiaro riconoscimento dei valori fondanti dell’Unione europea e della forza giuridicamente vincolante della Carta dei diritti fondamentali e l’incremento della partecipazione dei cittadini alla vita politica dell’Unione Europea. Il Parlamento europeo ha anche tenuto a sottolineare che il Trattato contempla il rispetto del principio di sussidiarietà e il ruolo specifico dei parlamenti nazionali al riguardo “senza compromettere l’equilibrio istituzionale dell’Unione europea sancito dal protocollo sulla sussidiarietà”. E contempla, altresì, la valorizzazione del ruolo delle autorità regionali e locali. In nessun modo si dovrà, a parere del Parlamento europeo, chiudere dei negoziati che dovessero comportare una minore protezione dei diritti dei cittadini e una riduzione della democrazia, della trasparenza e dell’efficienza del funzionamento dell’Unione. Costituzione europea: anche l’Aiccre per il referendumDocumento Aiccre sull’adesione all’iniziativa del MFE per la raccolta delle firme di sostegno al referendum sulla Costituzione europea in occasione delle elezioni europee del 2009, presentato al Consiglio nazionale dell’Aiccre, Roma 5 aprile 2007Il Consiglio nazionale dell’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europariconosce- il ruolo decisivo del processo di unificazione europea nell’assicurare la pace e la riconciliazione tra popoli sul nostro continente;- il valore del processo di allargamento dell’Unione Europea quale motore di diffusione della democrazia e del suo consolidamento nei paesi membri e in quelli di prossima adesione;- il successo delle politiche comuni ai fini della coesione e dello sviluppo equilibrato, che hanno permesso a Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna di uscire dall’arretratezza e favoriscono oggi il rapido sviluppo dei paesi di nuova adesione dell’Europa centro-orientale e balcanica;- l’importanza della moneta unica per l’unità del mercato interno di dimensione continentale e la protezione offerta all’economia europea dall’instabilità valutaria internazionale;denuncia- il deficit democratico delle istituzioni europee ancora limitate nella loro capacità democratica di decisione e di azione dall’esercizio del diritto di veto in seno al Consiglio europeo;- la ridotta dimensione del budget dell’Unione Europea che impedisce il corretto funzionamento dell’Unione economica e monetaria e l’attivazione di politiche efficaci per lo sviluppo produttivo e tecnologico, per creare un’economia competitiva, ad alta occupazione e rispettosa dell’ambiente;- l’incapacità dell’Europa di essere presente nell’arena internazionale per promuovere i valori della pace e della democrazia e porre fine ai conflitti e alle guerre;auspica:- la costruzione di un’Unione Europea fondata sui principi di attribuzione, proporzionalità e sussidiarietà, ampiamente decentrata per favorire istituzioni democratiche vicine ai cittadini;- la promozione del modello sociale europeo e del suo valore universale contro le tendenze disgregatrici dello stato sociale accese da una globalizzazione anarchica dell’economia;- un governo dell’UE espressione di elezioni europee basate su chiare linee programmatiche e di bilancio, l’estensione delle decisioni a maggioranza per tutte le competenze dell’Unione e l’intensificazione dei rapporti di cooperazione tra assemblee elette di ogni livello;- una competenza dell’UE in materia di politica estera, democraticamente legittimata, per contribuire alla rigorosa osservanza e allo sviluppo della pace e del diritto internazionale, alla costruzione delle strutture di governo mondiale per la solidarietà e il rispetto reciproco tra popoli e lo sviluppo sostenibile della terra;si rammarica chela Costituzione per l’Europa non sia ancora entrata in vigore a oltre due anni dalla sua sottoscrizione da parte degli Stati membri dell’Unione, avvenuta a Roma il 29 ottobre 2004, nonostante sia già stata approvata da una maggioranza di 18 paesi che rappresentano la maggioranza della sua popolazione;chiedeai governi nazionali e alle Istituzioni europee la convocazione di una nuova convenzione con il compito di rivedere la Parte III e di indire sul testo risultante un referendum consultivo europeo sulla Costituzione per l’Europa, da tenersi in occasione delle prossime elezioni del Parlamento europeo del 2009, in modo da farlo entrare in vigore sulla base di un voto che esprima la maggioranza degli Stati membri e della popolazione dell’Unione. Sarà questa l’occasione per dare ai cittadini la possibilità chi chiedere e decidere cosa vogliono in Europa.impegnagli Organi nazionali, le Federazioni regionali e i Soci aderenti all’AICCRE a sostenere la Campagna per il referendum consultivo europeo, lanciata a Berlino il 17 marzo 2007 dall’Unione Europea dei Federalisti, in tutte le sedi possibili e presso il CCRE, come da Risoluzione politica adottata il 10 febbraio 2006 dalla XIII Assemblea congressuale nazionale.Il dibattito degli ultimi mesi Nel corso degli ultimi mesi si sono alternate le più disparate posizioni sul concetto di Europa e di Costituzione europea. In previsione del Consiglio europeo del 21 e 22 giugno il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha ribadito la necessità di trovare un punto di incontro sulla Costituzione europea. “Senza un accordo sulle riforme istituzionali – ha dichiarato – metteremo a repentaglio il progresso non solo dell’Europa ma anche di un’Europa aperta al mondo” Per Barroso il funzionamento stesso dell’Ue sarebbe “ rallentato in tutti i campi e il meccanismo di solidarietà sarà naturalmente indebolito”. Nel corso dell’ Assemblea all’ Europarlamento che si è tenuta a Strasburgo nel maggio scorso, Romano Prodi, presidente del Consiglio Italiano, ha parlato di una possibile “Europa a doppia velocità” con l’ Italia pronta ad assumerne la Leadership. Il premier ha, però, specificato che il suo Paese non accetterà sulla Costituzione europea “un compromesso al ribasso”. Angela Merkel, inaugurando il Semestre di presidenza tedesco dell’Ue presso l’Europarlamento di Strasburgo, ha ribadito che “un eventuale fallimento” della Costituzione europea “sarebbe un errore storico”. La Cancelliera tedesca, in quella occasione, ha lanciato un appello ai Paesi Membri affinché , nel difficile negoziato sulla Costituzionale, si riesca ad individuare una buona politica del compromesso. Compromesso che per Josè Luis Rodriguez Zapatero sarebbe riconducibile all’idea di “un Trattato Semplificato, con la maggioranza qualificata ed una buona riforma del Consiglio dei Ministri”. Anche il neo eletto Nicolaz Sarkozy punta su un “mini-trattato che salvi le principali riforme istituzionali” da approvare entro il 2009. Per sintetizzare la posizione della gran Bretagna ci affidiamo alle parole del Ministro per l’Europa Geoff Hoon che ha recentemente dichiarato che in seguito alla boccatura del trattato costituzionale europeo da parte della Francia e dell’ Olanda “bisogna trovare un’altra via politica: emendare i trattati esistenti in modo da permettere ai governi di tornare a Bruxelles e presentare i risultati ai propri parlamenti”. Sulla stessa falsa riga anche il Governo olandese che propone l’approvazione di un trattato classico che non necessiti della consultazione referendaria e che non abbia le caratteristiche di una Costituzione Gioca, altresì, al ribasso l’ ex Presidente del Parlamento Europeo Simone Veil che ha sostenuto che “ in mancanza di un accordo, si potrebbe puntare su un Trattato non costituzionale”. Polonia e Repubblica Ceca si sono mostrate particolarmente critiche: la prima ha lamentato, tra l’altro, la mancanza delle radici cristiane nel Trattato costituzionale. Anche se la Commissaria polacca per le Politiche Regionali Danuta Hubner si è dichiarata “ottimista” perché “nell’Ue quando c’è la volontà politica, una soluzione si è sempre trovata”. La Repubblica Ceca pur senza una posizione univoca, ha ammorbidito il proprio punto di vista dopo la Dichiarazione di Berlino dello scorso 25 marzo: il vice Premier Alexander Vondraha detto, infatti, che la Repubblica Ceca riconosce che “il testo costituzionale qual è stato firmato, costituisce la base per i negoziati” e che il suo Paese è “pronto a partecipare alla ricerca di un consenso affinché sia tutto pronto nel 2009”. Dall’Italia è interessante citare un altro parere autorevole: quello dell’ex presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi che ha ribadito che sulla Costituzione europea “dobbiamo procedere possibilmente tutti insieme ma dobbiamo essere pronti anche alla cosiddetta doppia velocità. E chiudere tutto entro le elezioni europee del 2009”. La Confederazione Europea dei Sindacati ha manifestato a gran voce il suo sostegno al Trattato costituzionale e ha annuncia che “ogni proposta deve costituire un progresso per l’Europa sociale”; mentre per alcune aree cattoliche in Europa la Costituzione dovrebbe contemplare le radici cristiane. Un altro punto controverso è stato sollevato dai movimenti pacifisti per i quali il primo articolo del Trattato Costituzionale dovrebbe contenere il ripudio della guerra.