L’analisi condotta al convegno AICCRE e Regione a Gorizia. FONTI RINNOVABILI: LA PIANIFICAZIONE DEVE PARTIRE DAL LIVELLO LOCALE. A Gorizia progetti per l’utilizzo di energia alternativa
Il bilancio energetico e la programmazione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico devono cominciare ¨dal basso¨, ossia dai Comuni e dalle Provincie. Gli enti locali devono porsi un duplice impegno per vincere la sfida: capire quali risorse sono a disposizione localmente e fornire elementi alla Regione, in ritardo di 12 anni non soltanto nell’attuazione di un piano delle fonti rinnovabili, ma anche nella definizione di un bilancio energetico, che stabilisca quali sono la domanda e l’offerta di energia.
Lo scenario delle prospettive economiche ed occupazionali in vista dell’allargamento dell’Unione Europea nei settori legati all’ambiente e all’energia è stato definito nel seminario di formazione per amministratori, funzionari di enti locali e imprenditori organizzato venerdì 21 febbraio a Gorizia dall’A.i.c.c.r.e., dalla Regione Friuli Venezia Giulia con il patrocinio del comune di Gorizia e con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Tocca ai Comuni, dunque, fare uno sforzo in più. ¨È necessario andare controcorrente – ha dichiarato Nevio Puntin, segretario generale dell’A.i.c.c.r.e. – e avere il coraggio di affrontare queste tematiche¨. Gorizia assume un ruolo centrale in questo processo. ¨Gorizia è un laboratorio dell’Unione Europea – ha sottolineato Gerardo Amirante, vice presidente regionale dell’A.i.c.c.r.e. -. La città, infatti, data la sua posizione geografica, diventerà sempre più importante a livello europeo per monitorare gli effetti del cambiamento economico, finora basato proprio sul confine¨.
E il problema energetico sarà sempre più centrale. Basti considerare che, come ha sottolineato Alessandro Bon, vice sindaco del comune di Gorizia, ¨le principali cause dei conflitti futuri saranno l’energia e l’acqua¨. Parlare di sviluppo sostenibile, quindi, significa fare un salto di qualità. ¨L’energia rinnovabile sarà una scelta obbligata – ha detto Bon – e si dovrà sempre più cercare di produrre e consumare energia prodotta in loco. A Gorizia, ad esempio, sono stati attivati gli impianti fotovoltaici in due scuole superiori¨.
Lo sviluppo dell’isontino passerà sempre di più attraverso le sfide delle fonti rinnovabili, come ha evidenziato Damijan Terpin, assessore alle politiche del sistema confinario europeo del comune di Gorizia. I progetti principali riguardano l’energia elettrica e il gas. Il primo prevede la creazione di una linea elettrica per trasmettere energia dalla Slovenia all’Italia, un sistema che permetterà un duplice vantaggio: avere energia a costi inferiori e attivare una sinergia importante nel settore dei trasporti, in quanto ci sarà la possibilità di elettrificare e raddoppiare la linea ferroviaria. Il secondo progetto consiste nel collegare reti di trasporto di gas di comuni goriziani e sloveni: la possibilità di acquistare gas da fornitori diversi permetterà di ottenere prezzi più vantaggiosi.
Ma sono almeno cinque le possibilità che l’intero Friuli ha a disposizione in termini di energia rinnovabile. Le ha elencate Roberto Jodice, direttore del Ceta di Gorizia: geotermica (dalle terme romane di Monfalcone a Lignano c’è una fascia sottoposta ad anomali geotermica), fotovoltaica, idroelettrica, eolica (soprattutto in montagna), biomasse (impianti di cogenerazione). Per realizzarle serve un piano regionale. ¨La pianificazione in questo settore è fallita – ha concluso Jodice – per questo serve che i territori provinciali e comunali si attrezzano per guadagnare il tempo perso¨.